A TRENT'ANNI DAL TRIFASE

mostra dal 23 settembre al 1 ottobre 2006

 

In occasione dell'inaugurazione della ricostruzione del plastico delle linee dei Giovi, dal 23 settembre al 1° ottobre 2006, si sono anche ricordati i trent'anni trascorsi dall'abbassamento degli ultimi pantografi dell'indimenticato sistema di trazione a corrente alternata trifase, organizzando una mostra di modellismo e documentale denominata A TRENT'ANNI DAL TRIFASE.

Il 23 settembre 2006 si è tenuta la cerimonia inaugurativa con contestuale intitolazione della sala espositiva a Piergiorgio Percivale, alla presenza dei fratelli. L'occasione è stata propizia per presentare alle autorità presenti il programma dell'Associazione, il progetto per il costituendo museo delle linee dei Giovi e la mostra “a trent’anni dal trifase” per ricordare questo sistema di trazione noto nel mondo come “sistema italiano” che proprio trent’anni fa cessò di esistere, ma che è rimasto fortemente nei cuori dei fermodellisti, soprattutto del nord ovest d’Italia, ma non solo.

Le autorità presenti, costituite dal Sen. Graziano Mazzarello membro dell’8^ commissione lavori pubblici e comunicazioni; dall’Ass. alla Cultura della Regione Liguria e dal vicepresidente della Provincia di Genova, dal Presidente della Comunità Montana Alta Valle Scrivia, dai sindaci di Ronco Scrivia e Busalla e svariate altre personalità e politici locali. La mostra, la prima in Italia dedicata esclusivamente al sistema trifase, ed il plastico, sono stati visitati da oltre 1500 persone.

Desideriamo ancora una volta ringraziare i modellisti che, con grande generosità ci hanno affidato i loro modelli al fine della celebrazione di quel sistema e di quelle macchine che anche loro dimostrano di amare. Al punto di costruirsi uno o più modelli di macchine trifase. I modelli provengono, com’è d’altronde naturale, dalle sole regioni in cui il trifase è vissuto. Considerando il non grande numero di pezzi esposti, anche se tutti pregevoli e di grande effetto, crediamo di fare cosa utile elencando tutti gli articoli esposti ed i loro costruttori e/o possessori.

MODELLO/I

SCALA

COSTRUTTORE

PROPRIETARIO

CITTÀ

332, 333, 431, 432, 554 N Giovanni Muzio Giuseppe Muzio Garbagnate M.se (MI)
333 H0 Metropolitan Alla Gioia dei Bimbi Genova
330, 333, 551 H0 Franco Ameri Franco Ameri Arquata Scrivia (AL)
330, 432 H0 Giorgio Iardella Giorgio Iardella Carrara
550 H0 Riccardo Olivero Riccardo Olivero Bra (CN)
333, 431, 432 H0 Alberto Parigi Alberto Parigi Carrara
330
(3 versioni: c/i - nera - grigia)
H0 Massimo Quarantini Massimo Quarantini Cuneo
330 H0 Gereschi Roberto Rava Genova
330, 432, 550 1 Attilio Mari Attilio Mari Rodano (MI)
432 1:8 Paolo Lucarelli Paolo Lucarelli Genova
Gr. 470 H0 Tecnotren Emanuele Crimi Genova

 

Non poteva mancare certamente la Valtellina, dove il trifase è nato. L’associazione ALe 883 di Sondrio, ci ha fornito preziosi documenti, foto e reperti di grande interesse e di grande valore. Desideriamo ringraziarli particolarmente.

Il successo riscosso dalla mostra ha dimostrato quanto il “trifase” sia ancora amato dagli appassionati di ferrovie.

Premesso che il “Museo della linea dei Giovi” è stato istituito, nel 2004, con delibera del Consiglio Comunale di Ronco Scrivia, come fermamente voluto dall’Associazione Mastodonte dei Giovi al fine di avere certezza che i destini del museo non fossero legati a quelli di un’associazione ma all’imperitura certezza di una pubblica amministrazione (tra l’altro il museo lavora in stretto contatto con la Soprintendenza), concludiamo con un appello: il museo sta raccogliendo reperti relativi in particolare alle linee dei Giovi, anche se non solo. Chiunque ne abbia raccolto di qualsiasi tipo avrà sicuramente pensato che quanto conservato con tanto amore e tanta passione rischia di essere distrutto o disperso dai propri eredi. Sarebbe sicuramente utile anche non privandosene ora, predisporre perché in futuro essi siano destinati ad uno dei musei che, fortunatamente, alcuni appassionati hanno creato, spesso proprio con l’intendimento di far si che importanti pezzi di storia ferroviaria, raccolti con tanto amore non finiscano in qualche discarica considerati “ferri vecchi” od “inutile cartaccia”.

Qualunque sia il Museo prescelto, sarà sicuramente una scelta responsabile e di grande consapevolezza. Se sarà il Museo Civico di Ronco Scrivia, tanto meglio.