La storia del plastico
Il tutto inizia dalla volontà di riprodurre la propria “casa”, la “casa” di Pergiorgio Percivale, lungo la strada che porta alla frazione di Fumeri.
Figlio di un capostazione di Mignanego, trascorse insieme agli altri 3 fratelli, la sua infanzia sui Giovi. Legato alla stazione ove è cresciuto, decise, negli gli anni a venire, di creare un plastico secondo criteri personali e, per certi versi, originali.
Il punto si presta molto bene ad una riproduzione modellistica; le due linee, infatti, in corrispondenza del fabbricato viaggiatori (posto sulla Succursale), transitano, in un punto, alla stessa quota e distano tra loro qualche decina di metri, divise solamente dalla ex statale dei Giovi e dal torrente Riccò. Linee ferroviarie e strada si trovano pressoché sul fondo della stretta valle formata dal torrente, affiancate da due ripidi e boscosi versanti montuosi.
La riproduzione è fedele, fin nei minimi particolari, spinta al singolo fabbricato. Ciò determina la particolarità del plastico che anziché “a gradoni” risulta “a vasca” con i crinali dei monti a costituire i bordi del plastico ed i binari al centro, in basso, ad una quota di oltre mezzo metro inferiore rispetto ai bordi. E' un'architettura non adatta all'esposizione ma, Piergiorgio aveva costruito il plastico per sé e per i propri ricordi.
Il plastico è decisamente “alto”. E' una scelta probabilmente operata per lasciare più spazio alle stazioni nascoste, con le quali aveva letteralmente riempito lo spazio sottostate. Poteva nascondere circa 120 treni completi portandoli in “superficie” mediante tre elicoidi a doppio binario.
Alla scomparsa di Piergiorgio, il plastico aveva una sorte incerta. Grazie ad un articolo di giornale, i fratelli si mettono in contatto con il nostro ex presidente Francesco Bertuccio per trovare un’adeguata collocazione. Su consiglio dello stesso Bertuccio, il plastico venne portato nell’attuale sede associativa e successivamente donato al Comune di Ronco Scrivia, al fine di garantirgli una collocazione certa.
Le operazioni di trasloco del plastico si rivelarono subito difficoltose. Il Bertuccio riesce ad avvalersi della collaborazione di un fermodellista genovese di nome Roberto Rava, il quale si incarica di sezionarlo per poterlo trasportare nei locali di proprietà del Comune. Gli appassionati che, nel frattempo, sono entrati a far parte del “Mastodonte dei Giovi” formano un affiatato gruppo che provvede a ricomporre il Plastico, lasciando immutate le parti in vista che Piergiorgio Percivale aveva fedelmente riprodotto, modificando e integrando con alcune parti mancanti e modificando la parte nascosta, per adeguarla ad all'uso a cui sarà destinato.
Il gruppo che ha affiancato Roberto Rava, nella ricostruzione, era così (in ordine alfabetico) composto:
- Franco Ameri: macchinista in pensione, autore di due plastici già pubblicati su riviste del settore;
- Luigi Bottaro: macchinista in pensione, insostituibile fac totum;
- Fabio Canepa: all’epoca un ragazzo poco più che maggiorenne già autore di un plastico;
- Michele Casano: avvocato, autore di modelli e diorami;
- Matteo Romanello: studente d'ingegneria, autore di plastici e diorami già pubblicati su riviste del settore;
- Percivale Federico: modellista militare e ferroviario;
Nella ricostruzione, il plastico Percivale è stato dotato di un telaio composto da sei moduli al fine di rendere possibile il suo eventuale smembramento in caso di trasloco.
2006
Avviene la sua inaugurazione e, terminata la manifestazione, si predispone il suo prolungamento verso nord, con la stazione di Busalla.
2007
Si creano, tra il 2007 e il 2008, i telai della prima parte di prolungamento e si iniziano a posare i primi binari con annessi collegamenti elettrici.
2008
Nel 2008 c’è un cambio della guardia nella responsabilità del plastico e del suo coordinamento, dove Roberto Rava viene sostituito da Fabio Canepa, attuale tesoriere dell'associazione
La prima modifica dell’impianto viene fatta sulla digitalizzazione: la gestione dei treni non è più attraverso il vecchio trasformatore ma da PC dedicati. Terminata la sua digitalizzazione, si prosegue con l’attività su Busalla.
2010
A fronte dei futuri lavori di ampliamento dei locali, viene riprogettata la stazione di Busalla e rifatta nel suo complesso, per renderla il più reale possibile.
2010-oggi
Dal 2010 ad oggi il prolungamento ha aumentato la sua superficie anche grazie alla creazione di un grande fascio di ricovero che permette di avere a disposizione 25 composizioni, senza contare gli altri fasci già presenti sul plastico esistente.
Per conoscere i dettagli di ogni stazione, visita le pagine dedicate.